lunedì 7 ottobre 2019









Troppa gente, che si è interessata del problema degli UFO o ha solo avuto la sfortuna di essere incolpevole testimone di fatti riguardanti gli extraterrestri, è morta misteriosamente. Il noto ufologo John Keel, al proposito, affermò: “Uno dei problemi che mi ha sempre impedito, nel corso della mia indagine, di riesumare certi casi passati è stata la morte prematura (in un tempo variabile da 6 mesi a 2 anni al massimo) dei testimoni più significativi”.

Come spiegare la lunga e inquietante catena di strane morti di studiosi, o di semplici persone con l’hobby dell’ufologia che si erano trovati ad essere testimoni di cose che non avrebbero dovuto vedere né, tantomeno, divulgare? Esistono realmente i misteriosi “M.I.B.” (Men In Black), Uomini in Nero, che irromperebbero, improvvisamente, nella vita di ricercatori o semplici testimoni di fenomeni ufologici trasformando la loro esistenza, letteralmente, in un inferno, provocandone, non di rado, la morte? E se sì, chi sono questi foschi esseri vestiti di nero? E corrisponde al vero l’accusa di orrendi esperimenti compiuti, in luoghi segretissimi, su delle cavie umane?

Fatti accertati sembrano confermare, punto per punto, quanto Keel ebbe a dire. Sono storie terribili, che, piuttosto frequentemente, come vedremo, si sono concluse drammaticamente per le persone, in qualunque maniera, collegate all’enigma Ufo, sotto una pietra tombale assieme al loro spaventoso segreto. L’ufologia è tutta costellata da una scia di morti misteriose.

Il noto ufologo Alfredo Lissoni nel suo interessante e ampiamente documentato libro: “Gli UFO e la CIA”, su CD-Rom (Playpc – cp 377, Jesi), scrive: “Il problema delle morti misteriose ha sempre infiammato la fantasia degli ufologi, che le hanno spiegate come omicidi preparati ad arte dai servizi segreti. Sebbene non esista alcuna prova concreta al riguardo, a parte qualche timida ammissione di ex agenti governativi di scarsa affidabilità, è comunque vero che, a partire dal 1962, l'ufologia iniziò a piangere i suoi pionieri.

“Nel novembre 1962 scompariva infatti Wilbert Smith, capo del progetto di ricerca canadese Magnet; Smith morì improvvisamente, nonostante la giovane età, non prima di aver rivelato l'esistenza di un vertice americano supersegreto, sopra la CIA, di studio sugli UFO; Smith fu preceduto di poco dal capitano Edward Ruppelt, investigatore dissociato del Blue Book, stroncato da un cancro nel fiore degli anni. Analoga fine toccò all'inglese Waveney Girvan, fondatore della Flying Saucer Review, la più seria e rinomata pubblicazione sugli UFO nel mondo. Agli inizi del '68 toccò al brasiliano Olavo Fontes, che investigò il caso di un presunto UFO schiantatosi in Brasile, ad Ubatuba; subito seguito dal generale francese Ailleret, perito in uno strano incidente aereo, quattro giorni dopo aver annunciato ai media di voler creare una commissione ufficiale ed obiettiva sui dischi volanti. Nel giugno del 1971 scompariva il professor James McDonald, trovato suicida nel deserto dell'Arizona. Ufficialmente si era sparato alla tempia, stressato dal troppo lavoro (!)

“Omicidi premeditati? Prove non ce ne sono, ma parrebbe proprio di sì. Guarda caso tutti questi personaggi risultavano particolarmente scomodi, in quanto occupavano posizioni chiave per la divulgazione corretta del fenomeno UFO. Erano i più informati, i più accreditati e, soprattutto, i più ascoltati....

Ma, andiamo con ordine. Per darvi una pallida idea di questo inquietante fenomeno, di strane morti, riporto quanto scrisse il “Saucers News”, sul numero 72, al riguardo: “Da un breve sondaggio, si è potuto constatare che solo nel 1967, in tutto il mondo, si sono registrate ben 137 morti per incidenti o per cause naturali (malattie, collassi) di persone, in qualche modo, collegate al problema degli UFO, vale a dire studiosi, contattisti e testimoni!”. Un numero incredibilmente alto, per poter parlare di semplici fatalità. Sarebbe oltremodo interessante fare un vero e proprio studio statistico, che, certamente, non mancherebbe di stupire, per sapere, ad oggi, di quanto si è ingrandito il numero di queste strane morti.

Il primo, forse, di questa tragica lista fu James Forrestal. Gli inquirenti dissero che l’alto ufficiale si era tolto la vita in una crisi di follia. Anche di suicidio, attuato con i gas di scarico dell’auto, parlarono gli investigatori, dopo una frettolosa indagine, per spiegare il decesso dell’astrofisico Morris K. Jessup avvenuto il 20 aprile 1959 a Dade, nello Stato della California. Lo studioso e ricercatore Franco Ossola in un suo interessante articolo “Le morti misteriose”, da cui attingiamo le notizie di queste morti sospette, riporta, tra l’altro, quanto, su questo strano decesso, Thimothy Green Beckley ebbe ad affermare:

“il mistero della morte di Morris K. Jessup è uno dei più strani ed inquietanti dell’intera vicenda ufologica. La sua morte, ufficialmente definita ‘suicidio’, è stata dibattuta e lo è tutt’ora a lungo da tutti i ricercatori come lui dediti all’occulto che lo conoscevano personalmente... E’, infatti, molto diffuso il sospetto... che anche Jessup abbia ricevuto le intimidazioni dei M.I.B., quei misteriosi uomini in nero che, sin dai primordi dell’ufologia, inducono al silenzio i protagonisti della ricerca... Jessup era, dunque, venuto a risoluzione di misteri più grandi di lui e a cui non era lecito accedere?”1



Ma chi sono questi “Uomini in Nero”?



Lissoni, nel suo citato lavoro, racconta: ”Secondo l'editore e contattista Alfred Bender uomini rigorosamente vestiti di nero da capo a piedi, con giacca, cravatta e cappello e dalle sembianze orientali, si divertirebbero a girare il mondo intimidendo gli UFOtestimoni. Bender… genero' due scuole di pensiero: la piu' tradizionale era convinta che i "men in black", gli uomini in nero, fossero alieni minacciosi che non volevano che si sapesse della propria esistenza segreta (stereotipo ricomparso nell'ufologia folkloristica anni '90, sui "piccoli grigi" nascosti in basi segrete sotterranee); la seconda scuola riteneva invece che i MIB fossero in realta' agenti segreti che infastidivano i testimoni. Per anni abbiamo pensato che la storia dei MIB fosse una semplice leggenda ufologica ma, in quest'ultimo periodo, troppi dati sembrano confermare l'esistenza di questo gruppo”.

Alcuni ricercatori sono infatti convinti che gli Uomini in Nero siano in realtà extraterrestri. Interverrebbero per proibire la denuncia di fatti terribili, perpetrati in combutta col Governo. Essi rapirebbero individui per esperimenti sulla razza umana di inaudita ferocia. Roberto Pinotti, sul n. 211 del “Giornale dei Misteri”, riporta la teoria di John Lear, che ha effettuato delle missioni per conto della Cia e che, tra l’altro, è figlio di William P. Lear, ex candidato al Senato per lo Stato del Nevada.

Spiega Pinotti che, secondo la teoria di John Lear, gli extraterrestri effettuerebbero, sui soggetti rapiti, tutta una serie di esperimenti:

“- Il controllo biologico del soggetto rapito tramite l’inserimento di un dispositivo di tre millimetri attaverso la cavità nasale nel cervello...

- Imprimere suggestioni post-ipnotiche per realizzare una specifica, forse anche eccessiva attività, per un periodo di tempo che va dai 2 ai 15 anni seguenti. Le migliori menti scientifiche non sono state in grado di determinare la natura di tale attività.

- Uccidere alcuni soggetti per utilizzare i corpi come fonte di materiale biologico, specificatamente cibo.

- Uccidere alcuni individui che, per i Grigi (razza aliena molto avanzata denominata EBE cioè Entità Biologiche Extraterrestri e detti Grigi per il colore della loro pelle, nda) rappresentano una minaccia al proseguimento della loro attività.

- Effettuare esperimenti di ingegneria genetica.

- Fecondare femmine umane ed abbreviarne la gravidanza per assicurarsi le creature nate dall’incrocio delle due razze”.

Gli Uomini in Nero porterebbero avanti, secondo questa teoria, un programma di disinformazione e di censura, per coprire la loro infiltrazione in centri-chiave di potere politico e per nascondere i loro mostruosi esperimenti con gli abitanti della Terra. A tal proposito, Pinotti, in un interessante articolo dal titolo “L’uomo che sapeva troppo”, scrive: “I ‘Men in black’ erano... a detta di Bender, esseri extraterrestri operanti sulla Terra. (...). Gli extraterrestri di Bender non erano i ‘fratelli cosmici’ preoccupati per il futuro e desiderosi di aiutarci e di salvarci dall’autodistruzione. Gli esseri rivelatisi all’ufologo di Bridgeport nel settembre del 1953, al contrario, gli si erano presentati come emissari di una vera e propria struttura operativa aliena in mezzo a noi, avente finalità non certo altruistiche. Anzi. (...). L’aspetto fisico di queste creature era orribile per noi. Dopo averli visti come erano in realtà, Bender li descrive abbastanza simili, al ‘naturale’, al cosiddetto ‘mostro di Flarwooods’, con tutta una serie di effetti secondari non particolarmente gradevoli per noi (ad esempio l’acre odore solforoso associato alle loro manifestazioni). Esseri non umani, estremamente evoluti dal punto di vista tecnologico e mentale, e anatomicamente del tutto diversi da noi” 2.

Altri sostengono che i MIB sono, in realtà, agenti governativi. Pierluigi Sandonnini scrive: “Negli USA, i testimoni più razionali presumono che gli ‘uomini in nero’ che li hanno visitati facessero parte dello staff dei servizi di sicurezza dell’Air Force. A dire la verità, in circa metà dei casi, sia negli USA che nel Regno Unito, gli uomini in nero avrebbero cercato di provare ai testimoni di avere una identità istituzionale. Solo che nessuna organizzazione governativa ha mai confermato che questi strani visitatori fossero propri agenti”3.

Ad onor del vero c’è ancora un’altra ipotesi su i M.I.B. Ecco quanto racconta, al riguardo, Sandonnini: “Tra il 1965 e il 1967 ci fu una nuova ondata di attività degli ‘uomini neri’ negli USA. John Keel ne scrisse abbondantemente nei suoi libri Operazione Troian Horse e The Mothman Prophecies. In molte città dell’Ohio e dell’ovest Virginia furono viste strane luci e entità aliene in numero allarmante, così come si verificarono visite da parte di ‘uomini in nero’. Keel stesso confessa esperienze di incontri notturni con queste entità. Egli sviluppò una propria visione, diciamo così ‘eretica’, secondo la quale non sarebbero alieni su astronavi a far visita ai testimoni bensì si tratterebbe di manifestazioni demoniache...”4.

John Lear e Milton W. Cooper hanno denunciato fatti davvero sconvolgenti e, cioè, che il nostro pianeta è sotto il potere di un misterioso “Governo Ombra”, che, in grande segretezza, controlla il narcotraffico, propaga malattie come l’Aids a fini sperimentali e di controllo e compie altre efferatezze. Nel New Mexico e nel Nevada esisterebbero basi segretissime dove verrebbero stilati questi atroci programmi. Chi è venuto in contatto con gli uomini in nero li ha sempre descritti in questo modo: <>.

Dunque, sarebbero i misteriosi M.I.B. non solo a “suicidare” ma anche, a scatenare improvvisa follia, infarti letali, malattie o incidenti mortali agli studiosi di ufologia e anche a semplici testimoni che, direttamente o indirettamente, avevano scoperto pericolosi segreti sugli alieni?

Ecco alcuni significativi esempi di queste strane morti. Due ricercatori, uno ex componente della Commissione governativa americana di indagini ufo, Edward J. Ruppelt e l’altro, Waveney Girvan, direttore della rivista inglese Flying Saucer Review furono stroncati da un improvviso attacco cardiaco, il primo nel 1961 e l’altro nel 1962. Anche le loro morti destarono non poche perplessità negli ambienti ufologici. Venne ricordato che Ruppelt aveva promesso delle rivelazioni inquietanti, ma, incredibilmente, al momento di rendere pubbliche le accuse, cambiò addirittura rotta asserendo che l’ufologia era solo un’accozzaglia di stupidaggini. A non pochi colleghi e amici sembrò che Ruppert fosse stato spaventato mortalmente da qualcuno. Il maggiore Donald E. Keyhoe tirò in ballo gli uomini in nero. Il mistero rimane insoluto.

Wilbert Smith, ingegnere responsabile del Project Magnet, un progetto di ricerca ufologica canadese, morì improvvisamente nello stesso anno. Cosa aveva scoperto l’ingegnere nel corso delle sue investigazioni? Anche nel suo caso si parlò di troppi misteri connessi alla sua improvvisa scomparsa. Il 1962 vide, anche, l’improvvisa morte di Gloria Lee Byrd, famosa contattista statunitense, avvenuta in uno stato di quasi follia. Ancora di suicidio si parlò per Douglas Hancock, quando la polizia ne trovò il cadavere, nella propria casa, a Redland (Sud Dakota). Inutile dire che anche per lo sfortunato Hancock si disse che le indagini erano state troppo frettolose. Molti dubbi restarono su questo caso, oltre all’incredulità di chi conosceva molto bene l’ufologo.

Altra morte misteriosa fu quella dell’archeologo spaziale e scrittore Georges Hunt Williamson, avvenuta nel 1965, mentre lo studioso, nelle profonde caverne sudamericane, cercava le prove di alcune sue terribili supposizioni. Cosa trovò in quei luoghi Williamson che, tra l’altro, godeva dell’amicizia e della stima di George Adamski? Raymond Bernard perì, pure, mentre era alla ricerca di qualcosa di molto importante per lui, nella misteriosa terra del Sud America. Ciò che trovò gli costò la vita? Non avremo mai questa risposta.

Nello stesso anno, in un manicomio, fu trovato il corpo senza vita della ricercatrice ufologica Della Larson. Anche in questo caso si parlò di suicidio, ma, come al solito, furono mosse molte critiche all’operato degli inquirenti. Gli amici della donna ricordarono che la studiosa, ricoverata per un esaurimento nervoso, aveva perso la serenità quando aveva trovato le prove, così affermava la signora, che crudeli esseri alieni erano scesi sul nostro pianeta. Le sue sconvolgenti conferme, Della Larson, se li portò nella tomba. Altro suicidio, con molti punti interrogativi, fu quello del giornalista e ufologo Damon Runion jr., che fu trovato cadavere il 14 aprile del 1969. Lo stesso anno suscitò vasta risonanza, negli ambienti ufologici australiani, la misteriosa morte di Bernard Cox. In questa lista mortuaria troviamo ancora H. T. Wilkins, Mark Probert, R. Loftin, C. Maney; F. Halstead; R. Holland; C. Roberts; W. Miller, ecc. ecc. Troppe morti per essere attribuite al caso e l’elenco è ancora molto lungo.

Franco Ossola, nel suo citato articolo, prosegue con una constatazione molto interessante. Egli scrive: “alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell’ufologia sono deceduti il giorno 24 giugno - naturalmente in anni diversi - data dell’anniversario dello storico avvistamento di Kenneth Arnold (24 giugno 1947, nda), che diede il via all’indagine ufologica ufficiale. Ricordiamo così alcuni nomi appartenenti a questo elenco specialissimo. Frank Scully, giornalista e scrittore americano, ...morto il 24 giugno del 1964. Frank Edwards...; i contattisti inglesi Arthur Bryant... e Richard Church... il 24 giugno del 1967. Due anni dopo fu la volta di Willy Ley... mentre il 24 giugno del 1978 è stato l’archeologo spaziale francese Robert Charroux...”5. Tutti questi altri decessi sembrano essere collegati alla data di nascita della ufologia moderna.

Siamo dinanzi a sfortunate fatalità oppure ci troviamo di fronte ad una spaventosa realtà? Ancora un’altra inquietante domanda: Si può supporre un legame tra le morti di cui si è detto e gli incredibili “suicidi” degli scienziati inglesi che lavoravano in settori supersegreti? Si tratta di più di venti morti sospette attorno al progetto di Guerre Stellari. Alfredo Lissoni spiega che “è una storia cominciata nel lontano 1982 e continuata sino al 1990, e coinvolge gli scienziati della General Electric Company di Londra, smistati in due grosse ditte britanniche, la Plessey e la Marconi. Ben 25 di questi ricercatori sono morti in circostanze misteriose, scomparsi o 'suicidatisi' con le tecniche piu' strane e grottesche”.

L’unica cosa certa è che gli investigatori, ancora una volta, chiusero troppo frettolosamente le indagini, archiviando i casi come suicidi. Leggete di che strani “suicidi” si trattò:

Vidmal Dajibhai, da poco giunto dal Pakistan, svolgeva, a soli 24 anni, un lavoro estremamente delicato. All’improvviso, il 4 agosto del 1986, percorre circa 200 chilometri con la sua macchina in direzione di Bristol. Si ferma, esce dall’auto e, secondo gli investigatori, si lancia dal ponte Clifton Bridge. Nell’auto vengono trovati due bicchieri con del vino, eppure, lo scienziato era completamente astemio. In una tasca della sua giacca vi era una tessera di appartenenza ad una setta esoterica indiana denominata “Anu Pam Mission”. Deve essere un gruppo davvero molto segreto visto che neanche esiste.

Ashard Sharif, un altro dipendente della “Marconi Defence System”, anche lui impegnato in mansioni segretissime, il 28 ottobre, si recò da Londra a Bristol, si fermò all’inizio di una stradicciola secondaria, prese una robusta corda che si era portato appresso, un capo lo legò al grosso ramo di un platano, l’altro se l’annodò al collo, poi si sedette nella sua auto, accese il motore e partì a tutta velocità, rimanendo orribilmente strangolato. Sulla macchina fu trovata una audiocassetta, nella quale Sharif aveva registrato qualcosa. La polizia non ne svelò mai il contenuto.

Il ventiseienne Avtar Singha-Gida era impiegato in una azienda collegata alla Marconi, si è dissolto nel nulla. Il verdetto degli inquirenti è: suicidio. Il corpo di Singha-Gida non è stato mai trovato. Un altro scienziato, David Sands, dipendente della Erasmus collegata alla Marconi, il 30 marzo 1987, inspiegabilmente schiaccia il piede sull’accelleratore della sua veloce auto ed esplode contro una casa disabitata. L’automobile era piena di taniche di benzina.

Altro singolarissimo “suicidio” è quello di Trevor Knight, che si rinchiude nel garage della propria casa, posteggia perfettamente l’auto, sistema un tubo di gomma con un lato nell’abitacolo della macchina e l’altro collegato al tubo di scappamento. Si rimette comodo al posto di guida e aspetta la morte. Poi è la volta dell’ex generale di brigata John Ferry, da poco alle dipendenze della Marconi. In un pomeriggio afoso d’estate ritorna precipitosamente a casa e si “suicida” con i fili della corrente elettrica. Andrew Hall si lascerà morire nell’abitacolo della macchina, respirandone i gas di scarico, chiuso nel suo garage, esattamente come aveva fatto Trevor Knight.

Altri incidenti misteriosi stroncarono, negli anni ’80, le vite di Jack Wolfenden, Ernest Brockway, Stephen Drinkwater, Gerge Franks, Stephen Oke. Tutti lavoravano alla segretissima agenzia britannica per le comunicazioni “GCHQ”, che raccoglie ed elabora i segnali radio. Ci fermiamo qui, anche se la lista dei “suicidi” continua. Si intravede, dietro tutte queste tragedie, l’ombra dei misteriosi MIB. Alfredo Lissoni, al riguardo, nel suo libro ”Gli UFO e la CIA”, racconta:

“Vari autori si chiesero se le strane morti,in circostanze misteriose, di ufologi e ricercatori (McDonald, Frank Edwards, Scully, Bryant, Church, Jessup, Wilbert Smith, Scott Rogo,Girvan, Thirouin, Ailleret) in tutto il mondo non fossero opera di questi fantomatici MIB. Che Gariazzo ha ribattezzato "silencers", coloro che mettono a tacere. (…). A nostro modesto giudizio i MIB potrebbero essere i commandos del Majestic 12, esponenti dell'area piu' intransigente, quella militare, decisa a mantenere il riserbo ad ogni costo. Quella stessa area che per anni ha cercato di far sparire le informazioni schedate negli archivi CIA”.

Lissoni scrive ancora che “Nella libera America esistono due governi, uno visibile e l'altro invisibile. Il primo è conosciuto, ne parlano quotidianamente tutti i giornali e viene preso a modello democratico nei libri di scuola. Il secondo, invece, è più subdolo, è celato sotto la superficie del cosiddetto establishment. É un meccanismo segreto strettamente intrecciato al primo…”. L’esperto in politica G.P.Snow, in Scienza e governo, ha rivelato: «Una delle caratteristiche più singolari di ogni società industriale progredita del nostro tempo è che le decisioni fondamentali sono prese da un gruppo ristretto di persone, in segreto».

Il mondo è, davvero, controllato da un misterioso ed efferato “Governo Ombra”? Lissoni, a titolo aneddotico, come curiosità, ci fa ancora sapere che “Il ricercatore francese Jimmy Guieu, ha rintracciato, in un opuscolo intitolato Ceux qui tirent les fichelles de l'economie et de la politique mondiales (Quelli che tirano i fili dell'economia e della politica mondiale), un riferimento al meeting di Parigi(Trialogo 41) dell' '89,al quale partecipavano Hubert Curien (il ministro francese accusato di aver boicottato la ricerca sugli UFO), Jacques Delors, Jacques Chirac e Zbigniew Brzezinski. Assieme ad alcuni politici che si radunano all'Hotel Bildeberg di Maastricht e che, secondo Guieu, William Cooper e lo scrittore Jan van Helsing (nessuna parentela con Dracula), avrebbero ordito una sinarchia, per governare segretamente TUTTO il mondo”.

Ritornando a tutti questi strani decessi c’è ora da chiedersi: C’è un legame tra le strane morti degli studiosi di ufologia e quelle degli scienziati impiegati nei piani supersegreti di guerre stellari?

E’ ormai risaputo che il progetto “Guerre Stellari” aveva una più vasta rosa di interessi di quelli esposti ufficialmente. I suoi obiettivi, si sussurra in cerchie di competenti, si spingevano, tra l’altro, nelle profondità siderali, là dove pulsano segnali intelligenti alieni. Ancora il mistero extraterrestre che tinge di un nero piceo, come l’effettivo colore dello spazio interstellare, anche questi morti e sepolti. C’è da sottolineare che, come per i casi degli studiosi del fenomeno UFO, le “verità” sui decessi, fornite dalle autorità, non hanno mai convinto i familiari delle vittime e, neppure, chi li conosceva bene. Quali pericolosi segreti si portarono nella tomba?

Tutte queste storie di morti sono piene di circostanze che si sovrappongono, si intrecciano, si incastrano al di là di ogni statistico o ragionevole legame di caso o coincidenza. Il ricercatore, continuando a cercare inquietanti verità in queste zone d’ombra, troverà solo altri fatti terribili e, forse, metterà a rischio la sua stessa vita. Qual è, dunque, il vero volto del nostro mondo e quali sconvolgenti segreti sono così sinistramente custoditi?

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