venerdì 1 febbraio 2019

La famiglia dallo scudo rosso: i Rothschild



Ho letto con molto interesse libri, fascicoli e siti internet su cosiddette teorie cospirative secondo le quali dietro alle vicende politiche ed economiche ci sarebbero potenti logge massoniche. Fin qui nulla di strano. Non si può negare infatti che la maggior parte di queste società segrete fin dalle loro origini erano composte da influenti personaggi della vita pubblica, politica e militare.
La cosa però che ha destato la mia curiosità è l’onnipresenza di un nome ben preciso. Un comun denominatore rappresentato dai Rothschild. Questa famiglia, perché di famiglia si tratta, appartiene secondo molti all’organizzazione elitaria chiamata gli Illuminati di Baviera (1) e governerebbe l’intero sistema bancario mondiale con tutto quello che ne consegue.
Se è vero che questo gruppo di burattinai muove le fila della finanza, dell’economia e della politica mondiale perché allora il nome non figura mai da nessuna parte? Avete mai letto su giornali o sentito alla televisione dei Rothschild e delle loro vicissitudini? Sarebbero dietro le quinte di tutti i più importanti affari e nessuno ne parla, non è un po’ strano?
Per la verità vedremo alla fine che qualcosa è trapelato dai media.
Chi ha ragione? Gli autori di svariati libri che puntano il dito contro un sistema occulto, in cui la famiglia Rothschild riveste un ruolo di primaria importanza, in grado di controllare l’intero sistema o invece chi al contrario afferma che tali ipotesi sono semplicemente frutto di menti malate in preda ad allucinazioni e manie di persecuzioni?
L’esperienza mi suggerisce che la verità sta sempre nel mezzo!
Quindi prima di avanzare qualsiasi ipotesi in merito andiamo a vedere chi sono e soprattutto cosa fanno oggi i Rothschild.
Per ripercorrere le origini torniamo indietro nel tempo di circa duecento anni spostandosi in Germania, precisamente a Francoforte. L’anno è il 1743.
L’Adamo non proprio biblico della nostra storia è Amschel Moses Bauer, un semplice orafo tedesco con la passione, che oggi possiamo chiamarla predisposizione, per prestiti e finanziamenti. Semplice orafo per modo di dire naturalmente, visto che è il capostipite che ha dato origine a un impero economico da mille e una notte.
Un impero nato sotto le ali protettive dell’aquila romana contornata da uno scudo rosso.
Tale infatti è il sigillo che Amschel aveva collocato sull’entrata della propria azienda.
Un logo che divenne presto la rappresentazione figurata dell’attività di Bauer. "La ditta dello Scudo Rosso" veniva infatti chiamata.
D’altronde abbiamo tantissimi esempi anche nostrani di queste associazioni: uno per tutti il Cavallino Rampante per indicare la Ferrari. Quello che non tutti sanno invece è che lo Scudo Rosso in lingua tedesca è Rothschild. Per essere più precisi: Scudo Rosso à Red Schield à Rothen Schild à Rothschild. Questo particolare è molto importante perché quando il figlio di Moses, Mayer Amschel ereditò da suo padre la società cambiò nome in Rothschild, e tale è rimasto immutato fino ai giorni nostri.
Mayer Rothschild da Gertrude Schnapper ebbe cinque figli: Amschel (1773-1855), Salomon (1774-1855), Nathan (1777-1836), Karl (1788-1855) e Jacob (1792-1868).
Non appena i ragazzi furono istruiti a dovere sull’attività economica e finanziaria partirono alla volta di altrettante capitali europee per aprire filiali ed espandere l’impero esclusivamente patriarcale. Le donne avevano un ruolo secondario nella gestione.
Il primogenito Amschel essendo il più anziano rimase a Francoforte per controllare la società base, Salomon invece andò a Vienna, Nathan a Londra, Karl a Napoli e Jakob a Parigi.
La famiglia cresce, e cresce anche la necessità di un nuovo emblema che li rappresenti al meglio. Cinque frecce che s’incrociano intersecandosi in un unico punto è il nuovo stemma. Le frecce rappresentano i cinque fratelli e il punto d’intersezione è lo scopo che unisce tutta la famiglia. Avrete già capito qual è questo scopo.
Senza nulla togliere all’operato dei fratelli, è d’obbligo “spezzare una freccia” -visto che siamo in tema- a favore di Nathan il quale si distinse immediatamente per fiuto e capacità imprenditoriali.
Ricordiamo che agli inizi dell’Ottocento l’Europa stava cambiando velocemente e questo poteva creare certamente molte occasioni per uomini intelligenti e soprattutto ricchi.
Nathan approfittò di questa situazione e aprì a Manchester una impresa tessile. Il rapido declino delle esportazioni tessili britanniche durante il blocco continentale costrinsero però Nathan a tornare a Londra per estendere le proprie attività in ambito finanziario. Le attività del figliol prodigo s’impennarono in potenza e prestigio grazie anche al matrimonio con Hannah Barent Cohen (1783-1850), la figlia di uno dei più ricchi mercanti ebrei londinesi (2).
I conti li sapeva fare molto bene!
Conti che dirottavano sempre più verso operazioni finanziarie speculative su titoli britannici ed esteri, cambi valute, metalli preziosi, ecc.
Qualche esempio? Il Duca di Wellington non avrebbe potuto pagare il suo esercito nella battaglia di Waterloo senza la mano, anzi il portafogli, dei Rothschild (3). Dopo questa vittoria, la banca di Nathan vinse il contratto per i pagamenti dei tributi agli alleati europei (4).
Anche il governo francese dovette usufruire dei fondi privati per rimpinguare le casse nazionali svuotate dall’estenuante guerra franco-prussiana (5). Salomon Rothschild a Vienna finanziava intanto il debito estero austriaco attraverso contratti di prestito al Principe Metternich (6).
I cinque fratelli pur lavorando a distanza portavano avanti la stessa tecnica, quella della riserva frazionale bancaria. Questo permise la loro autonomia e indipendenza in ogni paese in cui operavano.
Con queste enormi risorse economiche riuscirono a intervenire persino a favore della Banca d’Inghilterra, quando la crisi di liquidità del 1826 piegò le gambe al governo britannico. Grazie ad una immissione di un grosso quantitativo di oro fu scongiurato il peggio (7).
Ma la storia non finisce qui, perché nel settore pubblico si distinsero per i finanziamenti della rete ferroviaria in Francia, Italia, Austria, per il Canale di Suez, permisero l’acquisto dei terreni minerari in Spagna, Sud America, Sud Africa e Africa Occidentale.
L’oro era così importante e fondamentale per i Rothschild che dal 1919 fino ai nostri giorni la banca ha ospitato e presieduto per due volte al giorno il fixing mondiale del prezzo dell’oro (8). Vi rendete conto: stabilivano anche il prezzo mondiale dell’oro!
Addirittura sembrerebbe, e il condizionale è d’obbligo, che una banca della famiglia abbia finanziato John D. Rockefeller per la sua monopolizzazione della raffinazione del petrolio che portò alla fondazione della Standard Oil.
Cosa dire delle ricostruzioni postbelliche? Nelle guerre si sa, non vi sono mai vincitori. Di per sé una guerra è sempre una sconfitta sia per chi la provoca ma soprattutto per chi la subisce. Dall’ottica di un banchiere però, una guerra è sempre una ghiotta opportunità di investimenti, di prestiti, di ricostruzioni. Infatti dopo la Prima Guerra Mondiale, precisamente nel 1922 i Rothschild misero a disposizione fondi per la ricostruzione in numerosi paesi come Francia, Germania, Cecoslovacchia, Ungheria. A questo punto ho dovuto scacciare con la forza dalla mia mente un dubbio tremendo. E’ possibile che banchieri senza scrupoli fomentino a proprio piacimento le guerre, magari finanziando entrambe le fazioni e innescando la miccia fornendo poi i soldi per la ricostruzione? In via molto ipotetica sì. Scatenare una guerra non è così difficile: si forniscono le armi a entrambe le parti e si trova una motivazione sufficiente: religione, petrolio, terrorismo, ecc.
No! La perfidia umana non può arrivare a tanto! Giusto?
A questo punto negare o far finta di non vedere che l’impero dei Rothschild fin dai primi anni del secolo XIX ha influenzato la politica, l’economia e la finanza del mondo intero è un’offesa alla comune intelligenza.
E oggi? Come sono messi, anzi, visto che interessa pure la nostra cara Italia come siamo messi? Forse la famiglia si è ritirata a vita privata e si sta godendo un meritato riposo? Sbagliato. Certamente la vita è rimasta sempre molto privata. Non riesco infatti ancora a spiegarmi come la stampa, sempre più ricca di pettegolezzi e gossip e meno di informazioni utili, non s’interessi della vita di questi personaggi affascinanti e al limite del misterosofico.
Riescono –i media- a scovare una star televisiva che si sta abbronzando nuda dentro la caldera di un vulcano in pieno inverno e nessuno fa un servizio sugli appartenenti alla famiglia più potente del pianeta. Non è un po’ strano? Lungi da me l’idea che gli editor non possanofare servizi su certi banchieri internazionali, rimane allora la spiegazione che forse a nessuno interesserebbe. Strano perché personalmente preferirei leggere qualcosa su i «veri controllori» piuttosto che leggere e/o vedere qualche personaggetto estivo che pur di apparire nei giornali venderebbe la propria anima al diavolo, in questo caso fotografi e giornalisti.
Tornando al discorso di prima, oggi la famiglia Rothschild non ha perso prestigio e potere, semmai con il passare degli anni lo ha consolidato ulteriormente. Incredibile ma vero.
Passano gli anni e i loro sistemi si adeguano. Oggi hanno sviluppato una divisione per il finanziamento d’impresa al servizio di fusioni e acquisizioni. Operazioni queste all’ordine del giorno. Basta aprire un qualsiasi giornale finanziario per leggere che la multinazionale ics si è unita, o è in procinto di farlo, con la transnazionale ipsilon. Fusioni il cui unico risultato è la creazione di megacorporazioni amministrate da pochissimi e composte da migliaia tra affiliate e holding. In fisica per innescare una fusione nucleare tra atomi serve molta energia qui le fusioni necessitano solo di soldi. Moltissimi soldi. Chi possiede tutti questi soldi se non i banchieri?
Vediamo adesso nel dettaglio dove i tentacoli economici dei Rothschild sono arrivati nel 3° Millennio. Per problemi di spazio cito solamente le società più conosciute e/o riguardanti il nostro paese, ma chiunque volesse approfondire consiglio di entrare nel sito ufficiale della famiglia e stamparsi l’elenco completo. Fate scorta di carta!
Tra le straniere spiccano: De Beers quella dei diamanti, la Enron fallita da poco, British Telecom, France Telecom, Deutch Telekom, Alcatel, Eircom, Mannesmann, AT&T, BBC, Petro China, Petro Bras, Canal +, Vivendi, Aventis, Unilever, Royal Canin, Pfaff, Deutch Post (9), e moltissime altre.
Torniamo adesso un momento in Italia poiché ce n’è per tutti i gusti: Tiscali, Seat Pagine Gialle, Eni, Rai, Banca di Roma, Banco di Napoli, BNL Banca Nazionale del Lavoro, Banca Intesa, Bipop-Carire, Banca Popolare di Lodi, Monte dei Paschi di Siena, Rolo Banca 1473, Finmeccanica (10). Vi può bastare? Penso proprio di sì!
Mi avvio a concludere nella speranza che questa piccola e incompleta illustrazione possa almeno aver fatto nascere qualche dubbio e/o curiosità in più su questa incredibile e decisamente atipica famigliola. Non posso confermare ma neppure smentire le pesanti e inquietanti affermazioni che svariati autori pubblicano sui Rothschild. Tengo a sottolineare che la cosa più incredibile è come i media in generale evitano di trattare tali argomentazioni. Passi il discorso sulla cospirazione globalizzata alla George Orwell, ma qui i fatti parlano chiaro. Le trame e gli intrecci economici pure. Sono sotto gli occhi di tutti. Almeno di chi vuol vedere.
Non posso accontentarmi di leggere su La Stampa del 7 giugno 1996 che Lady Rothschild era l’ipotetica spia del KGB a Londra, o su Il Giorno del 29 agosto 2000 la cronaca della morte per overdose all’età di 23 anni di Raphael figlio di Nathaniel Rothschild.

mercoledì 30 gennaio 2019

Le invenzioni distrutte dal governo ombra

Una lobby di potere occulto gestisce l'economia mondiale
Decine di invenzioni e scoperte vengono censurate in nome di interessi economici superiori. E dietro queste manovre si celano i servizi segreti del governo ombra americano e la potentissima Commissione per l'Energia Atomica.
Vi siete mai chiesti che fine facciano certe invenzioni straordinarie, la cui messa in produzione potrebbe radicalmente cambiare la nostra economia? Ebbene, molti di questi progetti vengono sovente acquistati da quelle stesse ditte i cui interessi rischiano di essere minacciati, ed infine distrutti. Innumerevoli volte la stampa ci ha proposto l'esistenza di vetture ad acqua o ad energia elettrica, in grado di soppiantare i velivoli a benzina. Chi scrive ha avuto modo di toccare con mano, nel giugno del 1990, un'auto elettrica che non inquinava e non costava.
Funzionava alla perfezione, ma la sua messa in produzione, ci fu detto, contrastava con gli interessi dei costruttori di automobili tradizionali, come pure delle multinazionali arabo-americane che fatturano migliaia di miliardi vendendoci la benzina.
E difatti di questo e di altri progetti, nel giro di pochi mesi, non se ne ebbe più traccia. L'ultimo è stato presentato a marzo a Napoli; si trattava di una Seicento a trazione termica, elettrica, ribattezzata Athena. Un prototipo che, ne siamo certi, non avrà vita lunga, come già è successo a tutti quelli che l'hanno preceduto.
SCOMPARSI NEL NULLA
E che fine hanno fatto gli studi di Martin Fleischmann e Stanley Pons, che nel marzo del 1990 avevano dichiarato di avere realizzato la fusione fredda con il palladio (esperimento ripetuto con successo presso il laboratorio italiano di Frascati), scoprendo così una forma di energia assolutamente non inquinante, che avrebbe però costretto molte multinazionali ad abbandonare il redditizio nucleare?
Anche di questi esperimenti non si è saputo più nulla. Non solo. Nell'ottobre di quell'anno Pons mise in vendita la propria casa ed in seguito fece perdere le proprie tracce. Perché? Era stato forse minacciato da qualcuno?
La risposta a questi quesiti è sin troppo scontata. Le grandi ditte, le holding, le multinazionali, le "sette sorelle petrolifere" impediscono con qualsiasi mezzo che scoperte innovative possano rendere superate macchine e strumenti da loro commercializzate. Un noto inventore e sensitivo italiano, Marcello Creti, ebbe a dichiarare negli anni Settanta di avere costruito un lamarasoio "eterno", cioè la cui lama non si sarebbe mai usurata. Quel brevetto fu acquistato, e distrutto, da una nota casa produttrice di rasoi, che temeva di perdere mercato. Finché i rasoi si rompevano, si disse, era possibile venderne degli altri e dunque guadagnare. Un rasoio indistruttibile avrebbe fatto fallire all'istante tutte le ditte produttrici.
Attualmente esistono anche migliaia di invenzioni 'in cantiere', non realizzate o non immesse sul mercato, se non prima che si esauriscano le scorte delle merci già disponibili. Chi lavora nel campo informatico sa già che esistono computer mille volte più potenti dei personal in commercio. Ma le ditte costruttrici aspettano di terminare le vecchie scorte, per non restare con del materiale invenduto.
Quanto ai brevetti futuristici, ve ne sono a iosa. La giapponese Sony ha costruito dei cuccioli robot in grado di sostituire egregiamente i nostri compagni, cani e gatti, in carne e ossa; a Singapore la Polt Technic ha realizzato un'automobile ad energia solare, molto simile ad un disco volante a tre ruote; l'americana Flying Contraptions ha invece messo a punto un vero e proprio UFO monoposto, ma chi oserà sfidare il predominio delle società costruttrici di costosissimi aerei?
Molte di queste società, come la Loocked americana, lavorano poi per i servizi segreti e la Difesa statunitensi. E dietro molte di esse vi è la temibile AEC, la Commissione Americana per l'Energia Atomica, che da 50 anni fa il bello ed il cattivo tempo sul pianeta con la gestione del nucleare.
ATOMIC ENERGY COMMISSION
L'AEC controlla che non vengano messe a punto invenzioni che possano alterare lo status quo, mettendo in crisi il proprio potere; chi si oppone a questo colosso viene brutalmente messo in disparte. É quanto è accaduto nel 1954, quando il celebre scienziato nucleare Robert Oppenheimer si dissociò dalla corsa agli armamenti, dalla guerra fredda e dalle ricerche atomiche. Il fisico finì sotto processo e a denunziarlo fu proprio uno dei pezzi grossi dell'AEC, l'ungherese
Edward Teller, l'inventore della bomba H e ideatore della base supersegreta Area 51 nel deserto del Nevada (ove si dice vangano testati gli Stealth ma anche degli UFO recuperati). Oppenheimer, resosi conto del pericolo del nucleare era improvvisamente diventato un acceso sostenitore della messa al bando degli ordigni atomici. Si diceva che quando venne testata la prima bomba atomica, egli rimase chiuso in camera da letto, leggendo dei passi del testo sacro indù Bhagavad-Gita. Finì sotto processo nel 1954. Della commissione che lo condannò, la Gray Commission, faceva parte un tale Gordon Gray, 'assistente speciale' del presidente Eisenhower e membro di un governo ombra detto Majestic 12. Resosi conto, da vero umanitarista, del pericolo che una politica basata sulla forza del nucleare avrebbe rappresentato per la libertà dei popoli, Oppenheimer si oppose all'ala militarista della CIA, che intendeva invece mantenere saldamente il controllo del pianeta. Venne condannato. La sua condanna non fu affatto giusta o casuale; fu un atto di forza verso tutti gli scienziati dissidenti pacifisti, all'indomani di una scoperta dalle applicazioni belliche eccezionali, che avrebbe potuto regalare il pianeta al governo ombra. Come scrisse il Corriere della Sera il 10 luglio 1954, in quei giorni "venne accertata l'esistenza, in una particella nucleare, di un'energia di diecimila bilioni di volts". Si trattava della scoperta di un'energia che avrebbe potuto radere al suolo intere città (russe). "La sensazionale scoperta annunciata a Seattle. La particella nucleare catturata nel Texas potrà contribuire alle ricerche sui raggi cosmici. Padre della scoperta è il dottor Marcel Schein dell'Università di Chicago, che ha immediatamente attirato su di sé l'attenzione di due padri della bomba atomica, Enrico Fermi e Bruno Rossi, quest'ultimo insegnante al MIT di Princeton".
REGIE OCCULTE DEL GOVERNO OMBRA
La scoperta di questa nuova fonte di energia schiudeva possibilità illimitate ai militari americani. E difatti ecco riattivarsi alcuni personaggi che i nostri lettori hanno ripetutamente incontrato nelle colonne di questo giornale, come appartenenti al governo ombra. Tornò così in scena il dottor Detlev Bronk (di lui si seppe in seguito che partecipò al recupero di un disco volante caduto a Roswell e all'autopsia, filmata, di un alieno); Bronk diventò improvvisamente direttore della Commissione degli Stati Uniti per l'Energia Atomica. Grazie a questa improvvisa 'promozione', il governo ombra riuscì a mettere le mani su tutti i laboratori che sperimentavano sul nucleare. Tutti gli scienziati pacifisti dissidenti vennero messi al bando dal senatore McCarthy ed accusati di essere dei comunisti; gli altri preferirono allinearsi al regime, per non incappare nella 'caccia alle streghe'. E l'America divenne a tutti gli effetti una potenza nucleare. In quegli stessi giorni il Corriere della Sera scrisse: "Oppenheimer ha dichiarato che intende riprendere i suoi studi di fisica teorica. Il New York Times pubblica anche un'intervista con Edward Teller, il celebre Mister Bomb, che ebbe notevoli contrasti con Oppenheimer a proposito della bomba all'idrogeno e la cui testimonianza di fronte alla Commissione Gray fu critica nei confronti di varie posizioni assunte da Oppenheimer. Teller ha detto che la corsa agli armamenti è stata molto serrata e che gli Stati Uniti non sarebbero riusciti ad avere la bomba se i fisici americani non si fossero potuti giovare di uno speciale e perfezionassimo calcolatore elettronico elaborato dal professor Von Neumann, dell'Istituto di Princeton, proprio tra il 1951 ed il 1952".
UFO ED ENERGIA ATOMICA
L'AEC venne anche coinvolta nello studio sui dischi volanti; si voleva capire in quale modo funzionassero i misteriosi UFO, e come fosse possibile convertire questa scoperta in un'arma di guerra, magari costruendo dei caccia con le stesse potenzialità degli UFO. Lo dimostra un documento top secret poi declassificato, un rapporto 'X-files' inviato da un agente di New Haven all'FBI, il 18 luglio del '47. Nel testo, un agente dislocato a Stanford riferiva di una conversazione con un fisico del Cyanamid Research del Connecticut, convinto che i dischi fossero armi segrete russe, il cui segreto andava carpito a tutti i costi. Lo scienziato aveva notato che la questione degli UFO metteva in allarme molti colleghi; egli stesso si dichiarava testimone di diversi avvistamenti in Italia, occorsi quando si trovava presso gli osservatori astronomici di Milano e di Bologna. "Secondo me", dichiarava lo scienziato, "i dischi volanti sono bombe batteriologiche o atomiche radiocontrollate e dirette al suolo su qualche bersaglio designato su specifico desiderio dell'agenzia o del Paese che produce le bombe. Ho notato che i dischi sono stato osservati a Mexico City, New Orleans, Philadelphia, New York, Boston, Halifax, Newfoundland, Parigi, Milano, Bologna e in Iugoslavia e in Albania. Mettendo una corda attorno al globo terrestre ci si accorge che tutte le città sopra menzionate formano un'orbita diretta o un cerchio attorno alla Terra e possono essere più o meno in linea con qualche traiettoria che i dischi possono percorrere. Dovremo costruire a Gleenbrook, Connecticut, un grande e potente telescopio da usare per la ricerca di queste bombe atomiche nella stratosfera".
La tesi dello scienziato, il cui nome è stato censurato dai documenti declassificati, colpì molto l'AEC e uno dei suoi scienziati, il dottor J.C. Mackenzie, segretario dell'organizzazione e presidente del National Research Council, ebbe un giorno a dichiarare sugli UFO: "Sembra fantastico che possano esistere delle cose del genere. Io stesso ne ho avvistato uno su North Bay, il 10 gennaio 1952, vicino ad una base dell'Aeronautica. Dapprima, la tentazione è stata di dire che era tutto un controsenso, un'illusione ottica. Ma ci sono stati tanti resoconti di osservatori responsabili che non possono essere ignorati. Mi sembra difficile che tutti questi racconti possano essere dovuti ad illusioni ottiche".
L'AEC studiò dunque anche i dischi volanti. Ne abbiamo le prove; se ne interessò sin dall'epoca del caso Roswell (la caduta di un disco volante nel deserto del Nuovo Messico); il segretario dell'organizzazione David Lilienthal dichiarò agli americani impauriti che gli UFO non avevano nulla a che fare con i loro esperimenti atomici. L'organizzazione fu poi stata coinvolta pubblicamente in altre due occasioni: nell'agosto del 1951 a Lubbock una formazione a V di UFO venne scorta da diversi testimoni, compreso un professore che lavorava alla Sandia Corporation per conto dell'AEC, con l'autorizzazione Q (uno dei gradi più elevati di segreto, l'unico ammesso per entrare nell'Area 51). E nel 1957, quando l'associazione ufologica APRO recuperò il frammento di un presunto disco volante esploso ad Ubatuba, Brasile, il 15 settembre, e commissionò le indagini di laboratorio proprio all'AEC. In seguito si disse che i frammenti, che risultavano contenere leghe sconosciute sulla Terra, andarono perduti; l'APRO ricevette minacce dai servizi segreti brasiliani e agli ufologi venne imposto il silenzio. L'AEC studiò i dischi volanti, dicevamo. Non risulta che sia riuscita a carpirne il segreto, per fortuna. C'è riuscita invece con l'energia atomica, con i risultati che conosciamo.

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