giovedì 7 marzo 2019

Il dossier Echelon e la guerra segreta: La CIA controlla internet?

Quando sul Mondo del 20 e 27/3/98 apparve il dossier "Echelon" molte persone restarono sbigottite. Era infatti inimmaginabile quanto rivelato dal rapporto del Technological options assessment (Stoa), Direzione generale ricerca del Parlamento Europeo. Il documento, tra l’altro, affermava, scriveva il Mondo, che: "ogni fax, ogni messaggio di posta elettronica, criptato o meno, può essere intercettato, selezionato, decodificato e inserito in una potentissima banca dati computerizzata". Una sorta di rete di monitoraggio globale consentirebbe tutto ciò. Questa sarebbe gestita dagli USA che usufruisce dell’assistenza dell’Inghilterra, del Canada, dell’Australia e della Nuova Zelanda.
In poche parole, Echelon è un sistema di satelliti spia, basi a terra di intercettazione, computer sofisticatissimi e molto potenti. Scrive, in sostanza, il Mondo che: "La particolarità del sistema Echelon è che la sua rete… non è disegnata soltanto per permettere l’intercettazione di alcune particolari linee di trasmissione, bensì per intercettare indiscriminatamente quantitativi inimmaginabili di comunicazioni via qualsiasi mezzo o linea di trasmissione… A differenza di altri sistemi di spionaggio elettronico, Echelon è diretto principalmente contro bersagli civili… L’Italia e gli altri Paesi europei sono bersaglio costante di Echelon… L’anima del sistema Echelon è senza dubbio americana".
L’immensa mole di notizie, che viene intercettata finisce nel centro strategico di Menwith Hill (Gran Bretagna) che, successivamente, i dati ritenuti interessanti li dirotta al National Security Agency (NSA), il servizio segreto USA di spionaggio elettronico. Praticamente, se non lo si è ancora capito le nostre azioni quotidiane più banali come l’uso del telefono, di internet, il passaggio ai caselli autostradali, la spesa, ecc., tutto quello che normalmente si fa è registrato e conservato in un archivio di dati di computer, per un tempo che va da pochi giorni a degli anni. Spiati. Sì, spiati, perché è ormai impossibile non lasciare traccia di, quasi, qualsiasi cosa si faccia.
Una luce ancora più sinistra colora quanto si è detto se, scrive "Lo Stato" (28/4/98): "…ci si ricorda del Documento Farmer. Diffuso nel 1984 da La Lettre di de Villemarest, il documento scritto da Farmer, membro della ‘commissione quadrilaterale’ generata dalla Trilaterale nel 1981, conteneva, tra l’altro, il principio secondo cui il controllo delle comunicazioni dovesse non solo esistere ma essere gestito, facendo passare solo le informazioni che il governo ritenesse opportuno, poiché <>". Giova anche rammentare quanto il 17 Febbraio 1950, il banchiere James Warburg aveva affermato davanti alla Commissione Esteri del Senato: "Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale – o col consenso o con la forza".
C’è dell’altro che pochissimi sanno. Le libertà personali sono di fatto ristrette. Scrive Maurizio Blondet: "Il 28 Febbraio 1989 – naturalmente la stampa italiana non ne ha parlato – la Corte Suprema degli Usa ha riconosciuto alla polizia federale (Fbi) il ‘diritto’ di arrestare, violare il domicilio, e perquisire cittadini stranieri residenti all’estero. Ufficialmente, la nuova norma ha lo scopo di perseguire gli spacciatori di droga… Va, tuttavia, sottolineato che la polizia degli Stati Uniti ha adesso, ‘legalmente’, i poteri d’arbitrio che il Kgbesercitava di nascosto… Oggi, cittadini stranieri che si suppone abbiano violato la legge americana possono essere arrestati in qualunque parte del mondo, senza il consenso del Paese che li ospita…" ("Complotti. Stati Uniti, Gran Bretagna", Il Minotauro, Milano 1995).
Siete stupiti? Credete sul serio di vivere in libertà? Avete ancora fiducia in un Nuovo Ordine Mondiale? "Sono anni, scrive de Villemarest, che il Cfr (Council on Foreing Relations) ripete il concetto: <>" (da "Lo Stato", cit.). Il Council on Foreing Relations (CFR) ebbe origine nel 1921 e fu finanziato dalla famiglia Rockefeller, contava 650 personalità, scrive lo storico Robert Divine: "il Gotha del mondo degli affari americano". Dopo quanto detto finora, c’è dell’altro che è ancora più inquietante.
Sapere se risponde al vero la voce, di recente più volte ventilata, che Internet sia controllato dalla Cia. Sembrerebbe proprio di sì da quanto si legge su "Nexus. New Time" (n.4, Marzo-Aprile 1996). Riporto dalla rivista: "I media hanno recentemente riportato che la National Science Foundation ha ceduto la proprietà del nome registrato Internet alla Network, Solutions, Inc. (NSI) di Herndon, VA, USA. Essi hanno mancato di rilevare alcuni interessanti collegamenti. Web Review, una rivista bisettimanale online (vedere il servizio speciale presso http://gnn.com/wr/) ha rivelato il 26 Settembre 1995 che l’NSI è stata acquistata nel Maggio ’95 dalla Scientific Applications International Corporations (SAIC) di San Diego, CA".
La rivista prosegue facendo i nomi dei componenti il consiglio d’amministrazione della SAIC, tra i quali figurano: "…l’Ammiraglio Bobby Inman, ex capo della NSA (National Security Agency) e vice direttore della CIA; Melvin Laird, Segretario alla Difesa di Nixon; ed il generale in pensione Max Thurman… Altri membri del consiglio, recentemente allontanatisi, includono Robert Gates ex direttore della CIA; William Perry, attuale Segretario alla Difesa e John Deutch, l’attuale direttore della CIA". C’è poco da stare allegri.

martedì 5 marzo 2019

Cancro: un microchip lo smaschera da una goccia di sangue - di Sandro Iannaccone






Un laboratorio di analisi in punta di chip: il dispositivo consente di rilevare la presenza di cellule tumorali in modo rapido, veloce e poco invasivo analizzando poche gocce di sangue
È intelligente, miniaturizzato, economico, ipertecnologico e facile da costruire. E riesce a rilevare velocemente la presenza di cancro analizzando poche gocce di sangue, sfruttando il principio diagnostico della biopsia liquida. Caratteristiche che hanno valso al chip appena sviluppato dagli scienziati della University of Kansas (e di altri istituti di ricerca) l’invidiabile definizione di breakthrough, attributo che gli anglofoni riservano alle scoperte particolarmente dirompenti. I dettagli della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista Nature Biomedical Engineering.
Alla ricerca degli esosomi

Il chip, spiegano gli autori, funziona rilevando i cosiddetti esosomi, una sorta di “firma” del cancro, prodotti dalle cellule tumorali per stimolare la crescita del tumore stesso o delle sue metastasi. “Storicamente”, spiega Yong Zeng, primo autore dell’articolo e professore associato di fisica alla University of Kansas, “si pensava che gli esosomi fossero una sorta di ‘busta della spazzatura’ usata dalle cellule per sbarazzarsi di materiale biologico inutile. Negli ultimi decenni abbiamo scoperto che non è proprio così: gli esosomi sono utilizzati dalle cellule anche per interagire tra loro, comunicando informazioni molecolari importanti per la regolazione di diverse funzioni biologiche”. Un discorso che vale anche per il cancro: i tumori si servono degli esosomi per inviare molecole che rispecchiano le caratteristiche biologiche delle cellule sane. E, a quanto pare, lo fanno ancor più delle cellule sane.
Laboratorio in un chip

Il nuovo dispositivo è il frutto di tecniche di nanoingegnerizzazione 3D, grazie alle quali gli scienziati sono riusciti a depositare elementi biologici su un sostrato di silicio: i primi si legano agli esosomi e li “spingono” sulla superficie sensibile del chip in un processo detto “trasferimento di massa”. Che però ha complessità tecniche non indifferenti: “Diversi ricercatori hanno cercato in più occasioni di migliorare l’efficienza del trasferimento di massa a livello microscopico”, prosegue Zeng, “ma quando le particelle vengono spostate verso la superficie del sensore di solito si crea un piccolo interstizio di liquido che fa aumentare la resistenza idrodinamica, rendendo più difficile la rilevazione.

Per aggirare questo problema, abbiamo sviluppato una struttura tridimensionale dotata di nanopori in grado di drenare il liquido nell’interstizio e far sì che gli esosomi entrino in contatto con la superficie del chip, che può catturarli e riconoscerli. Immaginate di avere un lavandino pieno d’acqua con tante palline che galleggiano in superficie: l’unico modo per far sì che le palline entrino in contatto con il fondo del lavandino – che in questa analogia è la superficie del chip – è di drenare l’acqua”.
Cancro, ma non solo

Per sviluppare e testare il dispositivo, Zeng ha fatto squadra con Andrew Godwin, esperto di biomarker tumorali e direttore del Cancer Center alla University of Kansas. Gli scienziati hanno messo alla prova il chip su campioni di sangue prelevati da pazienti con cancro ovarico, scoprendo che effettivamente il dispositivo è in grado di rivelare la presenza del tumore analizzando pochissime gocce di plasma. Per di più, il chip è estremamente facile ed economico da produrre rispetto agli altri dispositivi attualmente in uso, il che potrebbe rappresentare un vantaggio notevole per medici e pazienti. Il prossimo obiettivo degli scienziati è di condurre test su altri tipi di tumore e altre malattie, tra cui – dicono – anche i disturbi neurodegenerativi.
Cancro: un microchip lo smaschera da una goccia di sangue

E-BOLA - TRAILER



Consulcesi Club presenta e-bola, il primo “film formazione” al mondo sull’epidemia che ha sconvolto l’Africa e il mondo intero. Un prodotto audiovisivo unico: un lungometraggio avvincente e drammatico realizzato in lingua inglese con la consulenza scientifica dei medici e delle strutture che hanno fronteggiato il virus. e-bola è uno strumento di aggiornamento professionale innovativo e indispensabile per i professionisti sanitari di tutto il pianeta. Il progetto formativo sarà presentato nel corso della Tavola rotonda “Progetto e-bola: la lezione di e-bola, formazione ed informazione per prevenire le pandemie” patrocinata dal Ministero della Salute alla presenza delle istituzioni italiane e internazionali intervenute sul tema e, come pregiati ospiti invitati gli ambasciatori dei Paesi africani coinvolti dall’emergenza e tutte le rappresentanze diplomatiche del mondo presenti in Italia. Il progetto è composto dal film e-bola e dalle pillole formative accreditate da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) l’ente pubblico di supporto al Ministero della Salute che si occupa di ECM (Educazione continua in medicina). Il film e le pillole dal 15 luglio saranno disponibili gratuitamente in streaming su www.ebola-movie.com. e-bola è un progetto per formare e informare tutti i cittadini di fronte alle pandemie emergenti.

Il Nuovo Ordine Mondiale e le sue strategie contro la Russia di Vladimir Putin


Pussy Riot, strategie mediatiche e Otpor: strane coincidenze globali dietro una comune regia?Quando Materialismo Marxista e Liberismo capitalistico diventano due distruttive armi di una Guerra comune  contro Dio e l'uomo.  Chi c'è dietro le rivolte popolari e le 
"Primavere Arabe" scoppiate nel mondo dal 1990 ad oggi?
Mosca, Londra, Washington, Roma, Damasco – Chi sono le Pussy Riot? Cosa rappresentano? Chi c'è dietro di loro? Sono domande che ci poniamo da qualche mese, ma alle quali abbiamo esitato a rispondere ufficialmente attraverso le pagine dell'Osservatorio "Qui Europa", perchè ci sembrava un qualcosa di non pertinente con l'oggetto del nostro giornale (l'analisi delle politiche europee dell'Ue e degli stati membri) e perchè viste le notizie profondamente dissonanti e spesso contraddittorie sull'argomento ci mancavano dei tasselli essenziali alla ricostruzione fedele ed imparziale del curioso puzzle. Ma alla fine ci siamo riusciti, e quel che ne è emerso non ha davvero nulla di rassicurante e democratico. Anzi!

Il fenomeno Pussy Riot
Le ragazze (sedicenti neo-attiviste dei diritti umani) munite di passamontagna fluorescenti, nel corso del 2012 hanno acquistato una fama mondiale inattesa e quantomeno curiosa, per essersi esibite in maniera dissacrante e blasfema lo scorso febbraio nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, inscenando una parodia liturgica ed una supplica pop alla Vergine Maria, contro Vladimir Putin. Le irriverenti ragazzine, poco più che ventenni, furono – come noto – tempestivamente arrestate e successivamente condannate a due anni di reclusione per "teppismo motivato da odio religioso". Nadia Tolokonnikova e Maria Alyokhina sono finite in due campi diversi. La terza condannata, Iekaterina Samutsevich, è stata rilasciata. "Dentro o fuori sei sempre sotto controllo – ha dichiarato nei giorni scorsi in una intervista – la Russia è una grande prigione". Ma di certo quel che accadde in quel freddo febbraio non fu qualcosa di casuale, né di spontaneo. E lo si comprende chiaramente unendo i pezzi di un puzzle grottesco e spaventoso, ma ben architettato dai profeti del "caos" e "dell'ordine mondiale" preconfezionato. Di sicuro l'interesse suscitato tra i media mondiali dall'accaduto è stato inusuale e clamoroso. Ne parlarono curiosamene tutti i TG e i media occidentali (gli stessi, per intenderci generalmente protesi alla censura di ciò che accade in Siria e Libia); nonché molte pop star del calibro diMadonna e Paul Macartney, che non esitarono a supportare la strana e blasfema forma di protesta delle Pussy Riot. Il “The Guardian” – giornale di punta britannico – in merito scrisse: “in Russia oggi, è peggio dell’era sovietica!” Ma stanno davvero così le cose? E' davvero tutto oro ciò che luccica ed emerge dalle sviolinate apparentemente neutrali – ed accorate – della stragrande maggioranza dei tabloid americani ed occidentali?

Espressione del comunismo radicale e amate dal lobbismo occidentale
Certo l'oggetto della controversia non ci è parso di primo acchito molto onorevole e degno di sostegno morale e/o ideologico. Vandalismo e blasfemia; profanazione della Cattedrale di Mosca e versi irrispettosi contro la religione, protesi ad attaccare il presidente Vladimir Putin (che di certo, intendiamoci, non è un santo!). Da qui la condanna a due anni di carcere e l'ascesa delle tre ragazzine: salutate dall'Occidente delle lobby mediatiche come vittime di un regime oppressivo ed oscurantista, una sorta di eroine post-moderne della libertà e della pace. Ma è davvero così? Chi sono davvero le Pussy Riot? Una cosa è certa, per la stessa irriguardosa performance in paesi occidentali come Usa e Regno Unito, le tre ragazzine sarebbero andate incontro a pene forse ancor più severe, rispetto ai due anni comminati dal tribunale russo. Ma scavando tra documenti vari attinenti alla – sia pur breve – vita artistica delle Pussy Riot, emerge l'immagine di un gruppo laicista ed ateo, per la precisione comunista radicale e diorientamento marxista, espressione del ramo estremista “Voina” (guerra) supportato non da gruppi dichiartamente comunisti – non solo – ma addirittura da alcune delle più note ONG occidentali, e dai loro media di riferimento. Si! Avete capito bene "Occidentali". Com'è possibile, dunque, questo anomalo e paradossale connubbio tra marxismo ateo e capitalismo liberale occidentale? Il mistero s'infittisce!

Irriverenti e blasfeme per copione
Ma non è finita! Nelle scorse settimane, Yoko Ono – la nota vedova di John Lennon – ha assegnato al contestato e nel contempo "acclamato" gruppo russo il premio per la pace "Lennonono". Qualcuno ai piani alti dei palazzi "mondiali" che contano, aveva avanzato anche la proposta di candidatura del blasfemo gruppo al femminile, addirittura per il "Premio Nobel". Ultimo paradosso poi – solo l'ultimo di una lunga serie di eccessi e stranezze - la mostra realizzata nei mesi scorsi in Russia, presso la Galleria Ghelman di Mosca, in onore delle tre ragazze: una mostra a dir poco blasfema con ad oggetto "icone" che le ritraevano con la stessa tecnica e gli stessi colori – olio su tela, nero e oro – utilizzati per la pittura sacra nella tradizione più classica della pittura ortodossa. “Un atto cinico di terrore contro la cultura russa” secondo l’archimandrita Tikhon Shevkunov, segretario del Consiglio Patriarcale per la Cultura. Già! Perchè, per chi si intende anche un briciolo di arte sacra (come me) non può sfuggire il fatto che le icone nella tradizione russa siano considerate una sorta di "preghiera vivente", tanto che spesso neppure l'autore osa porvi la propria firma, per non alterarne il senso ed il messaggio altissimo e trascendentale espresso dall'opera. Ma perchè dunque tali e tanti atti irriverenti verso la religione, così spavaldamente ostentati e spacciati come atti di "progresso" e "pacifismo"? Qualcosa non torna! In effetti è curioso notare come le Pussy Riot si siano unite recentemente anche al gruppo "Femen" (note alla cronaca per aver protestato nei vari G20 a seno scoperto); abbiano deciso di appoggiare gruppi come “Marcia delle Troie” e le stesse mega-parate gay andate "in scena" qua e là per il pianeta. Operazioni di costume e protesta assolutamente "non censurate" dal sistema mediatico occidentale, ma anzi enfatizzate e promosse in maniera gratuita e tutt'altro che anonima. Manifestazioni ben finanziate e supportate anche da molte ONG occidentali, malgrado importassero forme di protesta estrema incentrate sul femminismo radicale, sul marxismo, sul materialismo ateo e culturale e sulladistruzione di tutti i valori religiosi e familiari tradizionali. Ma perchè appoggiare questo attacco alla religione ed alla famiglia? Cosa c'entra con la pace, la libertà e la civiltà? E perchè – soprattutto – i media occidentali (di regime) non hanno mosso un dito – dimostrando altrettanto interesse – per difendere l'autonomia e la libertà di personaggi come Julian Assange e di Wikileaks e la sua lodevole battaglia per la libertà di espressione. Un Assange, curiosamente difeso e posto sotto tutela solo da Mosca, ed osteggiato (guardacaso) da Londra e Washington, che ne chiedevano invece la testa, perchè depositario di scomode verità e reo di aver aperto il celeberrimo "Vaso di Pandora".

Perestroika – Un miracolo al contrario
Una cosa è certa, questi fenomeni s'intrecciano indissolubilmente con l'evoluzione della storia contemporanea della Russia. Putin, inutile nasconderlo – malgrado la disinformazione mediatica occidentale – ha ereditato un Paese in rovina, indebolito e sfasciato dal liberismo economico e dall'iperliberismo importato dalle politiche di Michael Gorbaciov e dalla sua sedicente "miracolistica" Perestroika (stile "Ricetta Monti" per l'Italia, per comprenderci). Un Gorbaciov oggi poco amato – per non dire odiato – dai Russi. La sua – al netto della propaganda mediatica Occidentale – fu una sorta di vecchia "Rivoluzione Araba" spiccatamente mondialista (nel senso più deleterio del termine) che ha finito per regalare il grande Paese – di Dostoevskij , Tolstoj, Chajkovskij e Rachmaninov – nelle grinfie dei grandi potentati economici mondiali e delle lobby, a danno delle Pmi e del welfare state, progressivamente ed inesorabilmente indebolito e devastato. Non ci stupisce, in tal senso, come nella "ricca" Russia di oggi, in realtà – anche se i media occidentali, in gran parte plagiati dalle menzogne del miracolo liberista, non lo riconoscono – la speranza di vita sia paragonabile a quella di alcuni paesi africani del terzo mondo. Per contro il liberismo economico, il processo di occidentalizzazione e le privatizzazioni intraprese con la "Perestroika", hanno finito per spostare l'80-90% della ricchezza nelle mani di una mera élite di imprenditori lberisti. Tra le grandi vittime di questo tsunami culturale, sicuramente la stessa cultura russa – da sempre tra i tesori più nobili e preziosi del Paese – colpita al cuore da decenni di tagli finanziari e violenze ideologiche.

Marxismo ateo e capitalismo liberista – Due grandi alleati
Prova di ciò è il fatto che la Russia (probabilmente il Paese più ricco del mondo, con le maggiori riserve di minerali, di gas e petrolio; un tempo terra di poeti, scrittori, musicisti, economisti, geni, scenziati e nobel) produca oggi meno del 1,7% di tutta la ricerca scientifica mondiale. La povertà in compenso dilaga: come del resto la denatalità. Un Paese messo in ginocchio dal miracolo al contrario chiamato "Perestroika", ed osannato dalla stragrande maggioranza dei media occidentali di regime. E solo oa, alla luce di qeste analisi, forse capiamo il perchè! Un disegno mondialista che parte dalla Guerra Fredda, e da quello strano rapporto di amore e odio di due ambigui personaggi chiamati Ronald Reagan e Michael Gorbaciov. E questoVladimir Putin – che pur un angelo non è – sembra averlo capito più che bene, nel suo estremo ed osteggiato tentativo di salvare il Paese da ulteriori saccheggi iper-liberisti e – nel comtempo – dagli stessi privilegi della burocrazia di Stato. Emblema di questa "sorta di guerra culturale apparente" di carattere mondialista – tra due forme di ateismo molto assolutizzanti, quali marxismo materialista e liberismo capitalistico, apparentemente contrapposte, ma in fondo due facce della stessa medaglia – è la loro lotta comune contro i valori cristiani, lasacralità dell'uomo come creatura di Dio e la famiglia.

La "Rivoluzione Siriana" – Un'emblematica cartina tornasole
Da qui si spiega l'avvicinamento dello stesso Vladimir Putin alla Chiesa ortodossa ed i suoi crescenti consensi tra il popolo russo: ormai disilluso dai retaggi del passato di un'evanescente e distruttiva "Perestroika". In tal senso il caso "Siriano" – ed il tentativo di contrastare l'imperialismo Nato-Usa (e il collaborazionismo ONU) in Siria – può essere letto come una interessante ed emblematica cartina tornasole della situazione sopra illustrata. E ciò mentre – ironia della sorte – il marxismo materialistico (che per oltre un secolo ha contraddistino l'identità dello stato burocratico russo) oggi sembra essersi trasformato in un'arma sfruttata dall’elite mondiaslista e liberista occidentale contro la stessa Russia, per destabilizzare il Paese e quanti si oppongono all'insano disegno per il controllo della Terra, chiamato "Nuovo Ordine Mondiale". Fenomeno che si serve di opinion leader, stelle pop/rock e organizzazioni ONG: "angeli" vestiti di luce e falsi profeti capaci di attrarre larghi consensi, ed espressione di un becero modernismo laico e laicizzante, che mina sottilmente valori alti quali la sacralità dell'individuo, la famiglia e la religione, spacciando le loro "rivolte indotte e pilotate" come "salvifiche rivoluzioni democratiche nascenti dal basso".



NWO e ruolo di Otpor
E la cosiddetta "Rivoluzione Araba" ne è l'esempio più tangibile ed eloquente. Il tutto dietro l'uso metodico di nuovi simboli e strategie di comunicazione (marketing della sommossa) avallati stranamente ed in tempi non sospetti (con chiare dichiarazioni stampa) da uomini come Soros e Draghi (?) ed incarnati in movimenti come gli stessi "Indignados" e "Occupy Wall Street". Curiosi fenomeni e "coincidenze" che possiamo riscontrare attraverso l'analisi dei movimenti dell'organizzazione Otpor: una sorta di associazione cui simbolo distintivo è unpugno chiuso (lo stesso presente in almeno una dozzina di sommosse – tutte quelle nate dagli anni Novanta ad oggi – e lo stesso "curiosamente" esibito in più occasioni dalle stesse Pussy Riot – vedi foto in alto) che avrebbe come scopo la fomentazione di rivolte mediante proteste ed insurrezioni popolari. Esisterebbe, in tal senso (come prova, vedi il video in allegato) una vera e propria "revolution training school" protesa alla pianificazione strategica delle sommosse popolari. In particolare, dopo la caduta di Milosevic, in Serbia, il pugno chiuso di Otpor divenne un simbolo conosciuto in tutto il mondo, ed usato perfino sul sito ufficiale di "Occupy Wall Street". Dall'Iran alla "Rivoluzione Arancione" in Ucraina; dalla "Rivoluzione delle Rose" in Georgia alla "Rivoluzione dei Tulipani" in Kirghizistan; dalla "Rivoluzione dei Jeans" in Bielorussia alla già citata "Rivoluzione Araba" in Medioriente. Tutte sommosse che hanno presentato il medesimo super-sponsor occidentale, gli Stati Uniti d'America.

Il destino incrociato di Russia e Siria
La cosiddetta “Primavera Araba”, in tal ottica ed in Paesi come la Libia e l'Egitto, è stata finora (e come dimostrato in centinaia di articoli dal nostro Osservatorio Indipendente) il miglior risultato raggiunto da questa strategia. Piccoli gruppi finanziati dalle elite diffondono il dissenso nella società, orientandone gli effetti verso i propri obiettivi. Nei paesi islamici, ciò ha determinato che i Fratelli Musulmani (gruppi integralisti e mondialisti a sfondo massonico) contribuissero al disegno egemonico del "Nuovo Ordine Mondiale". Ora l’elite sta cercando di applicare la stessa strategia con la Siria e la Russia. In tal senso gruppi come quello delle Pussy Riot, si dimostrano come piccole ma paradossalmente potenti pedine all'interno di un oscuro scacchiere ed al servizio di un oscuro maestro di strategia. D'altra partre, infatti, non va scordata l'eloquente dichiarazione di David Rockefeller del 1991: "Il mondo – auspicò il ricco e potente banchiere – è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una élite di intellettuali e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all'autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati".

Semplici come colombe ed astuti come serpenti
Ben venga allora il malcontento verso la finanza malata e corrotta che sta devastando il mondo; ben venga la protesta contro le lobby bancarie e l'Unione europea che oggi le spalleggia spudoratamente e consapevolmente; ben venga la voglia di cambiamento, ma che si traduca in proposte concrete e di pace, orientate sempre all'amore per il prossimo ed al rispetto della vita umana, nel rispetto dei valori cristiani e della vita. Ben venga la voglia di riconquista della nostrasovranità monetaria e finanziaria, rubataci con l'inganno ed attraverso leggi inique dalle spinte liberiste fomentate da tali oscuri "maestri" con la complicità di politicanti asserviti a questo sporco gioco. Ma che siano desideri ed auspici che possano passare sempre attraverso il buon senso; il pubblico dissenso e la dura e motivata protesta, ma il dialogo. Non diventiamo complici inconsapevoli e stupidi dei nostri stessi carnefici. Un esempio? Chiediamoci come mai molti dei pullman atti a trasportare i manifestanti della protesta dell'11 Novembre 2011 a Roma (che scoppiò cioè due giorni prima dell'avvento in Italia del golpe della banda Monti) furono messi a disposizione in centinaia da sconosciuti personaggi ed in maniera stranamente gratuita. Apriamo gli occhi e siamo vigili. Non cediamo alle lusinghe ed alle bugie di falsi profeti; e soprattutto difendiamo in ogni sede i nostri valori più sacri, celesti e trascendentali. Non dimentichiamoci, nel nome di un dissacrante e vuoto modernismo, la profondità ed il valore delle nostre radici cristiane – il tesoro più prezioso da custodire e difendere – e diffidiamo dai facili entusiasmi sorretti dal vuoto e dal nulla e da quei movimenti di massa fomentati solo dall'odio e privi di umanesimo e trascendentalità. Riscopriamo assieme i valori più profondi ed incommensurabili del Vangelo di Cristo, e ridiamo centralità all'uomo ed alle sue prerogative. Ma facciamolo con la semplicità delle colombe e vigilando con furbizia, evitando di aboccare ai subdoli e distruttivi messaggi ed agli inganni dei falsi profeti che infestano il mondo ed ai loro "facili entusiasmi".

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