Quando sul Mondo del 20 e 27/3/98 apparve il dossier "Echelon" molte persone restarono sbigottite. Era infatti inimmaginabile quanto rivelato dal rapporto del Technological options assessment (Stoa), Direzione generale ricerca del Parlamento Europeo. Il documento, tra l’altro, affermava, scriveva il Mondo, che: "ogni fax, ogni messaggio di posta elettronica, criptato o meno, può essere intercettato, selezionato, decodificato e inserito in una potentissima banca dati computerizzata". Una sorta di rete di monitoraggio globale consentirebbe tutto ciò. Questa sarebbe gestita dagli USA che usufruisce dell’assistenza dell’Inghilterra, del Canada, dell’Australia e della Nuova Zelanda.
In poche parole, Echelon è un sistema di satelliti spia, basi a terra di intercettazione, computer sofisticatissimi e molto potenti. Scrive, in sostanza, il Mondo che: "La particolarità del sistema Echelon è che la sua rete… non è disegnata soltanto per permettere l’intercettazione di alcune particolari linee di trasmissione, bensì per intercettare indiscriminatamente quantitativi inimmaginabili di comunicazioni via qualsiasi mezzo o linea di trasmissione… A differenza di altri sistemi di spionaggio elettronico, Echelon è diretto principalmente contro bersagli civili… L’Italia e gli altri Paesi europei sono bersaglio costante di Echelon… L’anima del sistema Echelon è senza dubbio americana".
L’immensa mole di notizie, che viene intercettata finisce nel centro strategico di Menwith Hill (Gran Bretagna) che, successivamente, i dati ritenuti interessanti li dirotta al National Security Agency (NSA), il servizio segreto USA di spionaggio elettronico. Praticamente, se non lo si è ancora capito le nostre azioni quotidiane più banali come l’uso del telefono, di internet, il passaggio ai caselli autostradali, la spesa, ecc., tutto quello che normalmente si fa è registrato e conservato in un archivio di dati di computer, per un tempo che va da pochi giorni a degli anni. Spiati. Sì, spiati, perché è ormai impossibile non lasciare traccia di, quasi, qualsiasi cosa si faccia.
Una luce ancora più sinistra colora quanto si è detto se, scrive "Lo Stato" (28/4/98): "…ci si ricorda del Documento Farmer. Diffuso nel 1984 da La Lettre di de Villemarest, il documento scritto da Farmer, membro della ‘commissione quadrilaterale’ generata dalla Trilaterale nel 1981, conteneva, tra l’altro, il principio secondo cui il controllo delle comunicazioni dovesse non solo esistere ma essere gestito, facendo passare solo le informazioni che il governo ritenesse opportuno, poiché <>". Giova anche rammentare quanto il 17 Febbraio 1950, il banchiere James Warburg aveva affermato davanti alla Commissione Esteri del Senato: "Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale – o col consenso o con la forza".
C’è dell’altro che pochissimi sanno. Le libertà personali sono di fatto ristrette. Scrive Maurizio Blondet: "Il 28 Febbraio 1989 – naturalmente la stampa italiana non ne ha parlato – la Corte Suprema degli Usa ha riconosciuto alla polizia federale (Fbi) il ‘diritto’ di arrestare, violare il domicilio, e perquisire cittadini stranieri residenti all’estero. Ufficialmente, la nuova norma ha lo scopo di perseguire gli spacciatori di droga… Va, tuttavia, sottolineato che la polizia degli Stati Uniti ha adesso, ‘legalmente’, i poteri d’arbitrio che il Kgbesercitava di nascosto… Oggi, cittadini stranieri che si suppone abbiano violato la legge americana possono essere arrestati in qualunque parte del mondo, senza il consenso del Paese che li ospita…" ("Complotti. Stati Uniti, Gran Bretagna", Il Minotauro, Milano 1995).
Siete stupiti? Credete sul serio di vivere in libertà? Avete ancora fiducia in un Nuovo Ordine Mondiale? "Sono anni, scrive de Villemarest, che il Cfr (Council on Foreing Relations) ripete il concetto: <>" (da "Lo Stato", cit.). Il Council on Foreing Relations (CFR) ebbe origine nel 1921 e fu finanziato dalla famiglia Rockefeller, contava 650 personalità, scrive lo storico Robert Divine: "il Gotha del mondo degli affari americano". Dopo quanto detto finora, c’è dell’altro che è ancora più inquietante.
Sapere se risponde al vero la voce, di recente più volte ventilata, che Internet sia controllato dalla Cia. Sembrerebbe proprio di sì da quanto si legge su "Nexus. New Time" (n.4, Marzo-Aprile 1996). Riporto dalla rivista: "I media hanno recentemente riportato che la National Science Foundation ha ceduto la proprietà del nome registrato Internet alla Network, Solutions, Inc. (NSI) di Herndon, VA, USA. Essi hanno mancato di rilevare alcuni interessanti collegamenti. Web Review, una rivista bisettimanale online (vedere il servizio speciale presso http://gnn.com/wr/) ha rivelato il 26 Settembre 1995 che l’NSI è stata acquistata nel Maggio ’95 dalla Scientific Applications International Corporations (SAIC) di San Diego, CA".
La rivista prosegue facendo i nomi dei componenti il consiglio d’amministrazione della SAIC, tra i quali figurano: "…l’Ammiraglio Bobby Inman, ex capo della NSA (National Security Agency) e vice direttore della CIA; Melvin Laird, Segretario alla Difesa di Nixon; ed il generale in pensione Max Thurman… Altri membri del consiglio, recentemente allontanatisi, includono Robert Gates ex direttore della CIA; William Perry, attuale Segretario alla Difesa e John Deutch, l’attuale direttore della CIA". C’è poco da stare allegri.